Se davvero l’arte, in quanto libertà pura, come dice Kant, “è inutile, non serve a niente e per questo ci libererà”, una performance destinata a un non pubblico, in uno spazio svuotato del suo contenuto umano voyeuristico e giudicante, potrebbe diventare per l’artista il luogo ideale per una creazione finalmente libera. È questa una grande opportunità per i creativi, il teatro e i suoi fruitori, che questo periodo post pandemia offre a chi vuole cogliere la reale urgenza e necessità del fare arte incondizionatamente. “Equivoco”, l’assolo creato dal danzatore e coreografo Sergio Antonino per la stagione “Solo in teatro”, esamina la relazione tra un artista ed il pubblico assente, percepito forse per questo ancora più intensamente, e indaga sul dialogo con questo partner ideale, destinatario ultimo del suo agire. Abolita la dicotomia tra osservante ed esecutore, il teatro diventa il luogo per una metafisica comunione senza tempo tra sensibilità differenti.
Sergio Antonino nasce a San Severo in Puglia nel 1974. Laureato in Storia dell’arte all’Università di Roma La Sapienza, nel 2001 si diploma all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano con specializzazione in coreografia. Dal 2002 dirige, assieme al coreografo israeliano Avi Kaiser, la compagnia Kaiser-Antonino Dance Ensemble e l’atelier di ricerca coreografica The Roof TanzRaum nella città di Duisburg in Germania, dove ottiene la residenza artistica permanente. Numerosi gli inviti come docente e creatore in diverse istituzioni ed accademie universitarie, le coproduzioni internazionali, le partecipazioni in festival d’Europa, Canada, Stati Uniti e Medioriente. Nel 2012 fonda, assieme a Kaiser, il Festival DuisTanz e dal 2016 è membro della Associazione dei coreografi Israelani a Tel Aviv.